Siamo partiti il 23 dicembre, un gruppo formato da persone di età e provenienza diverse. Abbiamo potuto visitare le varie realtà legate a moltelplici progetti realizzati nel corso di questi anni e quelli in fase di realizzazione.
Appena giunti a destinazione abbiamo visitato i bambini orfani dell’Hotel Maternel, progetto realizzato con la Regione Piemonte, che accoglie una cinquantina di bimbi e anche alcune delle lori madri.
Il 28 dicembre è stato l’occasione per partecipare all’inaugurazione del Centro Medico nel villaggio di Saaba, costruito in memoria di Agnese Bonadi, una campista bresciana il cui i deale di di servizio ai più poveri continuerà a vivere con questo gesto concreto.
Abbiamo poi potuto visitare il villaggio di Goundì, dove fratel Silvestro avviò il primo centro agricolo del paese insegnando ai giovani a diventare validi agricoltori
Vicino a questo centro abbiamo incontrato altri giovani che imparano a lavorare il legno e il ferro, oltre che a coltivare la terra. Centri dunque nati al fine di garantire un futuro attaverso l’apprendimento di un lavoro.
Altra importante tappa della nostra esperienza è stata il villaggio di Bam, verso il nord del paese, dove una comunità di suore accoglie delle giovanissime ragazze fuggite dal matrimonio forzato, pratica ancora diffusa in alcuni villaggi del Paese. La comunità permette alle ragazze di evitare il matrimonio non scelto ma imposto e consente loro anche di frequentare la scuola.
Non poteva mancare la visita all’ospedale dei Padri Camilliani a Nanoro, le cui prime costruzioni furono avviate nel 1983 dai Fratelli della Sacra Famiglia che continuano, dopo averlo loro ceduto, a collaborare attivamente.
Qui infatti i Fratelli stanno costruendo il Triage che avrà l’importante compito di smistare i malati secondo le varie tipologie di malattia.
Abbiamo potuto vedere anche il reparto di oculistica dove prestano il loro importante servizio degli oculisti di Moncalieri.
I campisti sono stati impegnati alcuni in lavori di tinteggiatura, di officina e di manutenzione; altri si sono impegnati nell’animazione dei bambini e dei giovani.
Tutti hanno dato una mano anche nella realizzazione della corsa degli asini. Iniziativa che da dieci anni permette a 300 persone, giovani e meno, di gareggiare per conquistare un premio importante: un asino e 30 kg di riso.
Al secondo classificato 5o kg di riso e al terzo 30 kg. A tutti i partecipanti vengono consegnati 10 kg di riso, quantità non indifferente per una fmiglia del burkinabè.
Questo viaggio è stata un’occasione per incontrare una cultura profondamente diversa dalla nostra, ricca di valori e di persone che hanno fatto della loro vita un dono per gli altri. Abbiamo visto segni concreti di un futuro migliore, segni di speranza per l’umanità intera.