È storicamente riconosciuto che l’insediamento nell’attuale Ghana è avvenuto, nel tempo, attraverso il flusso migratorio di popolazioni del nord (area del fiume Niger), sospinte verso il sud da gruppi invasori. È parimenti certo che, nel primo millennio, vissero misteriosi antenati che la tradizione ritiene scesi dal cielo e insediati nella savana (transumanti) e nella foresta (stanziali). In questo fluttuare e fondersi di popolazioni diverse, si formò il substrato dei gruppi etnici attuali
Nel centro-sud-ovest, gli akan sono i più numerosi; ad essi appartengono gli ashanti, i fante, gli agni, gli abron e altri minori. Gli ewe vivono lungo il confine sud-est del Togo. Nel nord del paese vivono con altri i dagomba e i mamprusi.
Gli akan organizzarono regni e città-stato. Tra loro, gli ashanti, la maggior etnia dell’attuale Ghana, possono considerarsi la testimonianza di una fusione di elementi culturali e comportamentali diversi nell’ambito sociale, religioso e artistico; fusione questa che ha prodotto un modello di pensiero e di organizzazione tra i più validi e duraturi. Questa popolazione ha saputo dar vita a una raffinata civiltà che ha influenzato e coinvolto intere aree territoriali dei vicini Costa d’Avorio, Togo e Burkina Faso.
La presenza di ricchi giacimenti d’oro, un’attività commerciale intensa e il traffico degli schiavi, arricchirono soprattutto gli intraprendenti e duri ashanti. In questo contesto fiorirono le attività artigianali e si sviluppò una particolare produzione artistica: artigianato orafo, fusione di metalli (famosi i pesi per l’oro), statuette commemorative in terracotta (personaggi idealizzati), oggetti di uso (mitici seggi, sgabelli, recipienti kuduo), di gioielli e tessitura, una vera e propria arte innovativa e diffusa. Meno praticata è stata la scultura in legno (tra le più curiose le akua ba, figure amuleti di fertilità), rispetto ad altri gruppi etnici di analoga origine, operanti nei Paesi vicini.
Qui alcuni deglii oggetti custoditi all’interno del Museo dei Cam Sa.Fa. a Chieri.